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Next stop: underground, dove antico e moderno si incontrano

Lo confesso: adoro i contrasti. Mi affascinano tanto perché sono convinta che la bellezza e l’armonia nascano spesso proprio laddove non avremmo mai immaginato, dall’accostamento di elementi che sulla carta appaiono in contrapposizione: dall’equilibrio di contrasti.

L’archeologia è una disciplina che per sua natura ha a che fare col mondo antico. E qual è, bambini (di oggi e di ieri), mi verrebbe da chiedervi, il contrario di “antico”? Un po’ come quando ce lo domandava la maestra alle elementari, vi immagino rispondere tutti in coro: “moderno!” Beh, ovvio!

Non so voi, ma uno dei primi accostamenti mentali che mi viene da fare quando “penso la modernità” è quello con “velocità”: velocità delle comunicazioni, velocità degli scambi e sì, anche velocità degli spostamenti. Chi vive in una città medio-grande o ne ha visitata una, sa bene quanto, in questo senso, le linee della metropolitana siano importanti.

Vi abbiamo già raccontato in un vecchio post alcuni dei momenti emblematici in cui, proprio in occasione dei lavori necessari alla costruzione di questo tipo infrastrutture che si snodano principalmente sottoterra, “antico” e “moderno” hanno rischiato di scontrarsi.

Oggi vorrei invece provare a raccontarvi meglio il loro incontro. Per questo ho deciso di invitarvi a viaggiare con me su una lunghissima linea metropolitana immaginaria in grado di collegare alcune stazioni speciali: quelle in cui si è deciso di mettere in mostra ciò che gli scavi necessari alla loro realizzazione hanno restituito. Ce ne sarebbero davvero tante di fermate da fare in questo senso, ma era necessario fare una scelta: a parte la prima, punto di partenza imprescindibile, ho deciso che valeva la pena di concentrarsi sulle stazioni che si sono aggiunte da poco a questa lista o che stanno per aggiungersi (con un occhio di riguardo per quelle del nostro paese che magari avrete più occasione di conoscere)…

Che dite, siete pronti? In carrozza, allora!

Fermata 1: Atene, Syntagma

Stazione Syntagma, sezione stratigrafica e vetrine con reperti (fonte: urbanrail.net)

La prima volta che sono stata ad Atene alloggiavo in un hotel a pochi passi da piazza Syntagma. Sono passati 13 anni e ai tempi dovevo ancora prendere in mano la mia prima trowel, ma non dimenticherò mai il momento in cui mi trovai di fronte a un’enorme sezione stratigrafica, con tutta la successione delle fasi di vita della città antica: non avevo mai visto niente del genere! Gli scavi per la costruzione della stazione di Syntagma hanno intercettato una varietà incredibile di contesti archeologici: si va da un’area sepolcrale pre-micenea a un complesso di botteghe di bronzisti di epoca classica, passando per una sezione dell’acquedotto di Pisistrato, fino a un complesso termale di età romana… Ad Atene, come in tutte le grandi città che hanno avuto una vita lunghissima, tutto questo rientra nell’ordinaria amministrazione del suo sottosuolo e dunque, da questo punto di vista, esistono altre stazioni che meritano di essere menzionate: Monastiraki, Thissio, Acropoli e Panepistimio… insomma, se un giorno visiterete davvero Atene, ricordatevi di scendere pure qui!

Fermata 2: Roma, Amba Aradam-Ipponio

Vista sul cantiere in corso di scavo (fonte: appionews.it)

Lo scorso maggio, la notizia del rinvenimento di un’imponente caserma dei soldati dell’imperatore Adriano durante i lavori per la costruzione di una delle stazioni delle metro C, fece in poche ore il giro del mondo. 39 stanze – praticamente intatte – in successione, con pavimenti a mosaico e pareti affrescate: un complesso talmente grande e ben conservato che se da un lato richiedeva un’accurata indagine archeologica, dall’altro rendeva necessario un adeguamento del progetto di partenza. Le polemiche non tardarono a seguire: rallentamenti e aumento dei costi sembravano allora contrapporsi fortemente all’opera di salvaguardia. A pochi mesi di distanza, si è per fortuna giunti alla stipula dell’accordo ufficiale tra la società Roma Metropolitane e la Soprintendenza per creare una stazione archeologica secondo il progetto dell’architetto Paolo Desideri. Parte sostanziale del piano adottato sarà una parete di cristallo che inquadrerà le vicine Mura Aureliane così da riprodurre anche una sorta di “ambientazione” originaria e una continuità spaziale tra queste e l’antico castrum. (Potete farvi un’idea in anteprima qui).

Fermata 3: Napoli, Municipio-Porto

Rendering del progetto di Piazza Municipio, esterno e interno (fonte: edilia2000.it)

Con in suoi 250.000 metri cubi di terra scavata, il cantiere di Piazza Municipio ha già conquistato il primato come più grande scavo archeologico d’Europa. Che questo fosse un pezzo importante per ricostruire la storia della città si era già intuito anni fa col ritrovamento, a lavori appena iniziati, dei resti delle barche utilizzate per trasportare le merci dalle navi di grosso carico ormeggiate al largo fino al porto. Le 5 imbarcazioni scavate sono in ottimo stato di conservazione e risalgono ad un periodo compreso tra il II e il III secolo d.C. A questo, in oltre dieci anni di lavori, va aggiunto un numero impressionante di reperti (circa 3000) per una stratificazione ricca e complessa che va dall’epoca greco-romano fino a quella angioina, aragonese e vicereale. I lavori per l’apertura delle varie uscite sulla piazza stanno seguendo un ritmo serrato, ma la notizia più interessante è che all’interno della stazione ci sarà spazio anche per gli innumerevoli ritrovamenti archeologici e la porzione di edificio che si trova di fianco al Maschio Angioino manterrà visibili tutte le strutture rinvenute con un percorso all’interno di un parco archeologico scoperto che sarà direttamente collegato con il fossato del castello. Piccola nota a margine, se passate per Napoli, ricordatevi di fare uno stop anche alla stazione Museo.

Fermata 4: Catania, Stesicoro

Ingresso e scala mobile con timeline alla stazione Stesicoro (fonte: ivistudio.it)

Lo scorso 20 dicembre a Catania si è inaugurata la prima sede del “museo diffuso” della città: la nuova veste della stazione Stesicoro prevede infatti al suo interno un percorso fatto di immagini e riproduzioni grafiche, accompagnato da descrizioni bilingue, inerente al grande anfiteatro romano che sorge al centro dell’omonima piazza, in pieno centro storico. L’idea che sta dietro il concetto stesso di “museo diffuso”, nata dall’accordo stipulato tra la Ferrovia Circumetnea e l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catania (IBAM-CNR), è semplice e ambiziosa al tempo stesso. Obiettivo, nel caso della stazione, è stato quello di riadattare superfici e spazi di servizio della metro (una linea del tempo corre, ad esempio, lungo le scale mobili) trasformandoli, da asettici luoghi di passaggio, in tappe strutturate di una rete della conoscenza: un’occasione per riscoprire secondo modelli, codici e linguaggi della modernità il volto stratificato della città antica venutosi a delineare in anni di scavi e ricerche. A differenza degli esempi precedenti non si tratta dunque di ri-contestualizzare reperti o evidenze archeologiche e monumentali rinvenuti durante i lavori di realizzazione della metropolitana, bensì di fornire strumenti e contenuti per far comprendere al fruitore quotidiano il contesto storico e urbano in cui la stazione stessa è inserita. Il progetto è inoltre destinato ad arricchirsi con l’esposizione di copie di opere scultoree conservate nelle collezioni civiche di Castello Ursino.

Fermata 5: Londra, Museum of London Docklands

Museum of London Docklands, reperti del progetto Crossrail in mostra (fonte: museumoflondon.org.uk)

Concludiamo il viaggio spostandoci di nuovo oltre confine. Dal 20 febbraio e fino al 3 settembre di quest’anno al Museum of London Docklands saranno in mostra gli incredibili ritrovamenti emersi dai lavori che dal 2009 in poi sono stati eseguiti per il più grande cantiere ingegneristico oggi attivo in Europa: il progetto Crossrail, la nuova linea ferroviaria rapida – la futura Elizabeth Line – che servirà Londra e le sue periferie. Nel suo tratto centrale il progetto ha interessato proprio il cuore della capitale inglese che è stata attraversata da est a ovest da una lunga galleria sotterranea. Riuscite ad immaginare quante informazioni siano emerse da questa incredibile opportunità di scavo? Si va da reperti antichissimi come le ossa di renna con tracce di masticatura di lupi risalenti a 68000 anni fa o l’ascia di selce scheggiata di 8000 anni fa, alle tante sepolture delle vittime delle ricorrenti epidemie di peste, ai vasi da notte di epoca vittoriana, fino ai 13000 vasetti di marmellata di una famosa industria alimentare attiva nel Regno Unito dal Settecento! E chissà che una volta terminati i lavori, questi oggetti non finiscano anche loro nelle nuove stazioni londinesi così che possano continuare a raccontare a tutti, ogni giorno, la lunga storia della città.

Siamo giunti al capolinea.

In questo percorso abbiamo visto come da un punto di partenza comune – uno scavo per la creazione di infrastrutture (im)portanti della vita urbana moderna – si sia giunti alla realizzazione di progetti che finiscono per essere molto diversi da quelli inizialmente pensati, ma che rispetto a questi e a dispetto magari di costi aggiuntivi, sono in conclusione molto più ricchi in termini di valore e di importanza. In molti potrebbero pensare che una stazione ferroviaria non sia adatta a esporre oggetti o pannelli come si vedono in un museo: d’altronde quelli sono luoghi in cui spesso si passa di fretta e distratti, quindi perché sprecare tempo, soldi ed energie?

Per un motivo molto semplice: per restituire ai cittadini e rendere disponibile a chiunque sia interessato il passato di un luogo; per affermare chiaramente che la storia è di tutti e che le occasioni per acciuffarne un pezzettino possono capitare ovunque e a chiunque; per quel singolo individuo che in mezzo ad altri cento che corrono per non perdere il treno, si ferma davanti a una vetrina e decide… che prenderà prossimo!

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