Grandi libri per piccoli archeologi

Dagfrid, la bambina vichinga

Dagfrid è una bambina vichinga insofferente alla routine quotidiana e dall’animo indomito.

La sua vita è tutt’altro che complicata, semmai scandita da regole e rituali che le stanno stretti.

Come tutte le bambine della sua età – che, senza troppa fantasia, si chiamano Solveig o Astrid – ha dei lunghi capelli biondi attorcigliati in delle trecce. A dirla tutte le trecce andrebbero poi arrotolate sulle orecchie a guisa di pagnotte; tutte le sue coetanee girano con delle “brioches” ai lati del viso. Tutte, tranne lei. Così come Dagfrid si è categoricamente rifiutata di indossare abiti lunghi che le impedirebbero di correre e ha optato per dei più comodi pantaloni.

Vive in una casa fatta di torba in cui non c’è granché da fare se non fare trecce, cucire alla luce di una lampada a olio di pesce, cucinare pesce e mangiare pesce. Oh quanto odia Dagfrid il pesce! A furia di pescarlo e mangiarlo in tutte le forme possibili, le è venuto a noia a tal punto che non ne sopporta neppure l’odore.

Che barba, che noia questa vita sempre uguale! Basta, bisogna invertire la rotta e soprattutto bisogna trovare qualcos’altro da mangiare.

“Ma un giorno ho deciso di prendere il largo anch’io. In fondo non avevo nessuna voglia di scoprire l’America, per la semplice ragione che era già stata scoperta. Ma doveva pur esserci da qualche parte qualcos’altro da mangiare oltre al pesce… Mio fratello mi ha aiutato a costruire di nascosto una barca della mia taglia. In cambio, io gli ho insegnato a cucire. Nessuno sa fare tutto”.

Dagfrid è la ribelle protagonista del libro Dagfrid, una bambina vichinga di Agnès Mathieu-Daudé, con le illustrazioni di Olivier Tallec, pubblicato da poco in Italia dalla casa editrice Babalibri nella collana, dedicata alle prime letture, “Superbaba”.

C’è da scommettere che questa ragazzina dallo sguardo accigliato e l’occhio sinistro coperto dalla frangia bionda dei capelli – dettaglio che le conferisce un aspetto piratesco – conquisterà facilmente, avventura dopo avventura, la simpatia dei piccoli lettori e delle piccole lettrici.

Le si vuole bene da subito, perché nel suo essere una sorta di “Greta Thunberg vichinga” ante litteram (la somiglianza ci sta tutta!) demolisce con fermezza, uno dopo l’altro, tutta una serie di stereotipi che la vorrebbero, come tutte le bambine della sua età, molle, mansueta, accondiscendente e pavida.

E invece no. Dagfrid è sicura di sé, spavalda e non ha paura di niente, neppure di prendere il largo (nelle sue vene scorre pur sempre sangue vichingo e il mare è il suo elemento naturale) e lanciarsi tutta sola in strabilianti avventure.

E così, alla fine della lunga traversata e dopo un travagliato viaggio funestato dalle nausee da sballottamento, Dagfrid giunge su un isolotto abitato da bambine molto simili a lei, pure queste con delle pagnotte ai lati della testa. Però una differenza c’è ed è fondamentale: in questa terra chiamata Astridland il pesce non sanno neppure cosa sia; qui si mangia solo ed esclusivamente carne di pecora. È l’inizio di un’alleanza e di uno scambio di conoscenze e saperi che non solo arricchirà e in parte stravolgerà la vita delle giovani abitanti di Astridland, ma consentirà anche a Dagfrid di tornare a casa vittoriosa con ben due pecore e insegnare alla sua famiglia tutto ciò che ha appreso nel corso della sua mirabolante avventura.

Quella di Dagfrid è una storia divertente e al contempo esemplare, fresca, originale, tanto più che raccontata con uno stile arguto e leggero che conquista il lettore dalle prime righe. A fare da pendant alle immagini nitide e spiritose descritte dall’Autrice vi sono le illustrazioni di Olivier Tallec, che trasudano ironia da ogni tratto.

La comicità del disegno relativo al saluto, prima della partenza, tra Dagfrid e suo fratello Odalrik è tutta racchiusa in quei capelli biondi che si agitano al vento, nascondendo del tutto gli occhi e spostando addirittura nell’aria un povero uccellino passato di lì in quel momento. Sembra il commiato prima della battaglia!

 

E che dire della posa da viaggiatrice incallita che assume Dagfrid a bordo della sua piccola drakkar, la nave vichinga, quando avvista la terra all’orizzonte? E poi quel viso contratto in una smorfia, con un occhio solo a vista, una corona di capelli biondi arruffati e due orecchie a sventola è un’immagine che ci fa compagnia riga dopo riga e che si imprime nella testa anche dopo aver girato l’ultima pagina.

Dagfrid è la sorellina, la figlia, la nipotina, l’amica che tutti vorremmo avere. Perché ha in sé una marcia in più, perché già così piccola si capisce che ha stoffa da vendere e che farà grandi cose nella sua vita, perché è una bambina (e sarà una donna) libera e innamorata della libertà, che si fa valere e che ha già capito che in un mondo guidato dai maschi bisogna faticare il doppio per emergere ed è disposta a farlo.

Sei la nostra nuova eroina, Dagfrid, e non vediamo l’ora di leggere la tua prossima avventura.

Buon vento!

Dagfrid, una bambina vichinga

Book Cover: Dagfrid, una bambina vichinga
Editions:Paperback: € 7,12
Pages: 40

Ci sono molte cose che irritano Dagfrid, a cominciare dal suo nome. E poi la vita di una ragazza vichinga non è poi così divertente: devi arrotolarti le trecce sulle orecchie, indossare abiti lunghissimi e scomodi, mangiare pesce secco dalla mattina alla sera. Be’, quello lo mangiano tutti i vichinghi, a dire la verità. Però a Dagfrid non piace proprio, così come non le piace il fatto che le ragazze non possano andare a scoprire l’America e questo, be’, è estremamente seccante! Comunque le cose stanno per cambiare, perché Dagfrid è arcistufa di pesce secco e di trecce arrotolate sulle orecchie...
Età di lettura: da 7 anni.

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Publisher: Babalibri
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