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ArcheoKids: le ragioni di un blog su archeologia e bambini

Quando avevo 8 anni, la mia maestra accompagnò tutta la classe a visitare il Museo Archeologico di Bari (oggi quel museo non esiste più, ma molto presto riaprirà al pubblico in una nuova sede). La storia era da sempre stata una delle mie materie preferite, ma dopo quella visita il desiderio di conoscere il passato ed esplorarlo divenne sempre più forte.

Muovermi tra i corridoi del museo, ammirare vasi di ogni forma e con decorazioni e figure straordinari, respirare quell’atmosfera satura di storie, oggetti e costumi di tempi lontani, furono sensazioni che mi segnarono irrimediabilmente. Da allora nulla sarebbe più stato come prima. Decisi che avrei fatto l’archeologa ad ogni costo. Questo nuovo progetto di vita spazzò via persino quello precedente di diventare una dottoressa e curare tutti i componenti della mia famiglia!

Da quel momento in poi, cominciai a leggere libri, riviste e vedere documentari in TV.

Ma quello che credo mi sia mancato è stato avere la possibilità di conoscere da vicino non solo la storia dei siti riportati alla luce dagli archeologi, ma i meccanismi, le leggi, le consuetudini del lavoro sul campo. Nessun libro o documentario mi ha mai spiegato, ben prima che iniziassi l’Università, come si scava e cosa vuol dire la parola stratigrafia, ad esempio, o come si fa a ricavare così tante informazioni da un singolo reperto, sia esso ceramica o vetro o altro materiale, o quanto faticoso e complesso possa essere uno scavo nel bel mezzo di una piazza o per strada, mentre intorno la vita scorre e l’urgenza di riparare una tubatura o portare a termine i lavori in corso riduce notevolmente i tempi di scavo. Nessuno mi ha mai raccontato una storia che non fosse una semplice elenco di date ed eventi sui Romani o sui Greci o su un ritrovamento archeologico, o suggerito la visita di un museo diverso da quelli solitamente noti o consigliato la lettura di un libro o la partecipazione ad un laboratorio didattico.

Il blog ArcheoKids, che curerò assieme a Elisabetta Giorgi, Francesco Ripanti, Nina Marotta e Samanta Mariotti, tutti rigorosamente archeologi, nasce proprio da questo, ossia dalla volontà di offrire ai bambini e ragazzi di oggi, ma anche ai genitori, agli insegnanti e a tutti coloro che lo vorranno, la possibilità di scoprire da vicino la bellezza, le contraddizioni, i volti, i protagonisti, le esperienze personali, le difficoltà e tanto altro ancora del lavoro dell’archeologo. Noi vogliamo presentarvi un’immagine diversa di questa professione, a volte lontana da quella a cui siete abituati ma di gran lunga più veritiera.

Vogliamo condurvi per mano sui cantieri, nelle aule universitarie dove si fa ricerca, nei musei dove si mostra al pubblico tutto quello che si rinviene e si insegna a capirlo e ad apprezzarlo, nei numerosi parchi e aree archeologiche dove visite e attività didattiche sono riservate anche ai più piccoli. Sì perché, altro mito da sfatare, non esiste solo che l’archeologo che scava, ma anche quello che studia i materiali e il loro contesto di provenienza, che si occupa della gestione di un museo o di un’area archeologica, che insegna ai bambini, attraverso il gioco, la storia di un sito e in che modo è stato riportato alla luce e quale sia il suo valore culturale, che prova, come stiamo facendo noi, a divulgare cioè a spiegare a tutti quello che è comprensibile solo agli addetti ai lavori.

A noi interessa rivolgerci ai bambini e ai ragazzi in primo luogo, perché vogliamo che, qualora un giorno scelgano di diventare archeologi da grandi, sappiano cosa li attende (in positivo e in negativo), e in ogni caso abbiamo gli strumenti cognitivi e critici per comprendere quanto importanti siano la conoscenza e la tutela del nostro patrimonio per arricchirci umanamente e quanto necessario e vitale sia il lavoro degli archeologi per la riscoperta e salvaguardia di questo immenso patrimonio. Un lavoro certo particolare, ma pur sempre uguale a tanti altri e come tale degno di essere riconosciuto e stimato.

Vogliamo che questo blog sia una piazza dove ritrovarsi, discutere, confrontarsi, imparare, crescere, emozionarsi… E ci piacerebbe che in questa piazza potessero incontrarsi studenti di archeologia e docenti universitari, archeologi professionisti e archeologi ormai votati ad altre professioni. E naturalmente bambini, genitori, docenti, operatori dei beni culturali, semplici cittadini. Noi saremo lì ad attendervi, pronti ad ascoltarvi e a tessere le file di storie antiche e nuove. Sì perché se vogliamo costruire un futuro diverso non si può che partire dalla conoscenza. Non si può che condividere quello che si sa. Diversamente il sapere è sterile e poco vantaggioso, per sé e per gli altri… Si comincia!

P.S. Se volete scriverci, potete farlo all’indirizzo mail: archeokids@gmail.com. Ogni richiesta, suggerimento, idea, proposta e altro sarà ben accetta. Ci trovate anche su facebook!!!

Giovanna con Elisabetta, Francesco, Samanta e Nina

Noi da piccoli….

Giovanna a 12 anni in gita scolastica a Pompei. Quando si dice… un destino segnato!

 

Francesco a 12 anni a Delos. Per diventare archeologo è stato necessario un pellegrinaggio al santuario del dio Apollo!

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Elisabetta a 5 anni mostra orgogliosa il frutto delle sue ricerche, non sapendo ancora che in questa posa avrebbe poi trascorso molto molto tempo!

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Nina a 5 anni da qualche parte in Sicilia, pronta per nuove avventure e strabilianti esplorazioni!

 

Samanta a 4 anni, con l’espressione di chi sta architettando la prossima trovata…

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