Grandi libri per piccoli archeologi

Un’estate in Egitto!

«Io non riesco a rimanere seduta su un cuscino a guardare quello che mi accade attorno. Io voglio essere quello che mi accade attorno! E poi la forza non dipende dal corpo in cui si è nati. La vera forza è qui e qui…» affermò, indicando con l’indice la testa e il cuore.

A parlare è Hatshepsut, la ragazzina destinata a diventare faraone d’Egitto. È lei la protagonista dell’ultimo libro per ragazzi di Isabella Paglia, La bambina faraone. La vera storia della giovane Hatshepsut, che diventò faraone, Mondadori, Oscar Primi Junior, con le illustrazioni di Elisa Macellari.

La storia di questa donna, che fu a capo dell’Egitto dal 1478 al 1458 a.C., è poco conosciuta, per una ragione molto semplice: dopo la sua morte, il suo successore, Thutmose III, fece cancellare il suo nome dalla pietra, distrusse i suoi ritratti, ordinò che venissero abbattuti i monumenti da lei costruiti, insomma, attuò una vera e damnatio memoriae, una cancellazione del suo nome dalla storia a cui solo la ricerca archeologica, a partire dal XIX secolo, ha posto rimedio.

Hatshepsut non fu la prima donna a regnare sull’Egitto; prima di lei altre donne avevano assunto il titolo di reggenti. Ma Hatshepsut si distinse dalle altre per la sua intelligenza, abilità politica e amministrativa, lungimiranza e determinazione. Era figlia di Thutmose I a cui la legava un profondo affetto; fu lui a prepararla all’esercizio del potere. Hatshepsut sposò il figlio che suo padre aveva avuto da un’altra donna, Thutmose II, a sua volta padre di Thutmose III.

Scultura in granito raffigurante Hatshepsut con il copricapo tradizionale dei sovrani egizi, il nemes, sormontato dall’ureo, in seguito scalpellato via (Rijksmuseum van Oudheden, Leida).

Quando Thutmose II morì, suo figlio era troppo piccolo per salire al potere, fu dunque Hatshepsut a fargli da tutrice e ad assumere di fatto il controllo del regno. Per tutta la durata della sua reggenza, Hatshepsut regalò al suo Paese un periodo di pace e prosperità; condusse spedizioni commerciali in terre lontane e si fece promotrice di un’intensa attività costruttiva. Fu categorica nel voler essere considerata un “re” e non una “regina”; per questa ragione fece proprio il costume maschile, assunse il protocollo dei re, soppresse la desinenza femminile nei suoi titoli e indossò la barba posticcia e la doppia corona.

Il racconto di Isabella Paglia si concentra sugli anni immediatamente precedenti l’ascesa al potere di Hatshepsut. Dal ritratto che l’autrice ne delinea emerge l’immagine di una giovane donna insofferente alle etichette reali, che amava stare all’aria aperta e arrampicarsi sugli alberi invece che giocare con le bambole come le sue coetanee e con idee brillanti e progressiste per la sua giovane età. Hatshepsut, ad esempio, voleva mettere fine alle ingiustizie presenti nella sua terra e consentire anche ai più poveri di vivere in condizioni dignitose.

Nel libro è, inoltre, raccontato l’incontro tra Hatshepsut e Sem, un ragazzino di umili origini che avrà un ruolo centrale nella sua vita e nel suo futuro regno. Sem sarebbe diventato Senenmut, ovvero l’architetto, il Capo di Stato e il gran consigliere della regina Hatshepsut, nonché tutore di sua figlia Neferura.

Senenmut con Neferura tra le braccia (British Museum, Londra).

Non è improbabile che il rapporto speciale che li univa celasse una complicità affettiva, un’unione più profonda, ma questo nessuno può dirlo con certezza. Sono solo romantiche congetture. Quel che conta sottolineare è la forza e positività di una donna che osò sfidare le convenzioni del suo tempo e imporsi in un mondo prettamente maschile. Avrebbe pagato cara la sua ostinazione, ma la storia le ha dato ragione e le ha restituito, sia pure a distanza di millenni, la fama e l’attenzione che si confanno ad un faraone.

In Egitto, in compagnia di quattro strampalati personaggi e di una gatta, ci porta un altro libro per ragazzi: La banda delle bende. Nella terra della notte, con testi di Alessandro Vincenzi e illustrazioni di Roberto Lauciello. “La banda delle bene” è una nuova collana della casa editrice Franco Cosimo Panini, nata nell’ambito della collaborazione tra l’Editore e il Museo Egizio di Torino.

L’obiettivo è quello di invogliare i bambini e le famiglie a visitare le splendide sale del museo e a riscoprire la cultura, i luoghi e il mistero dell’antico Egitto. Membri della banda e protagonisti di eccitanti avventure sono due mummie per l’appunto, lo scriba e architetto del faraone Kha e sua moglie Merit, l’aspirante archeologa Cody, l’esperto dell’antico Egitto Schiapp e la gatta Miu.

Nel primo episodio della collana, i cinque personaggi, mentre vagano per le sale e i corridoi deserti del museo, si ritrovano improvvisamente inghiottiti da una voragine, quella che Merit definisce “un varco dimensionale”, ossia una porta che affaccia su un’altra dimensione temporale. E infatti, dopo essere finiti nel varco, i cinque si ritrovano catapultati nell’antico Egitto e qui incontrano nientepopodimeno che Ra, il dio con la testa di falco, una delle più importanti divinità egizie. Ra è arrabbiato e sconsolato: ogni giorno il suo compito è quello di condurre su una barca il sole a splendere in cielo, non dopo aver superato una serie di ostacoli e fatiche nel Regno dei Morti. In genere sono gli altre dèi ad aiutarlo, ma questa volta, inspiegabilmente l’hanno abbandonato.

Saranno allora le due mummie, i ragazzini e la gattina Miu a sostituirsi a loro nell’arduo compito di aiutare Ra a portare a termine la sua quotidiana missione. E gli imprevisti, lungo il cammino, non mancheranno affatto.

In un’intervista di un paio di anni fa, Laura Panini, figlia del fondatore Cosimo Panini e alla guida dell’area ragazzi dal 1994, a proposito della collaborazione con il Museo Egizio sottolineava la necessità di circondarsi di cose belle e l’auspicio che la visita al museo potesse diventare per le famiglie un gesto ordinario e non straordinario, come una gita al parco.

L’impegno da parte della casa editrice per far sì che ciò avvenga è costante e prezioso e testimoniato dalle varie pubblicazioni per ragazzi sul tema dell’arte, della storia e dell’archeologia. Un libro è una porta su altri mondi, talora reali talora immaginari ma non per questo meno incisivi nella loro forza simbolica.

Le avventure della banda delle bende sono senza dubbio un ottimo riempitivo per gli oziosi e caldi pomeriggi estivi dei nostri ragazzi. Tra un tuffo e un calcio al pallone, lanciarsi nel varco dimensionale che porta dritto dritto verso l’antico Egitto è un’ottima alternativa.  

 

La bambina faraone

Book Cover: La bambina faraone. La vera storia della giovane Hatshepsut, che diventò faraone
Editions:Paperback: € 9,50
Pages: 88

La giovane principessa Hatshepsut è ribelle, intraprendente, desiderosa di libertà e non ha nessuna voglia di restare rinchiusa nel palazzo reale. Così scappa con l'aiuto del suo amico Sem, schiavo coraggioso, alla scoperta del vero Egitto. Ma il pericolo è in agguato e Hatshepsut, sfidando i pregiudizi del tempo, si lancia in difesa del suo regno dimostrando doti da vero faraone!
Dai 6 ai 9 anni.

Published:
Publisher: Mondadori Ragazzi
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La banda delle bende. Nella terra della notte

Book Cover: La banda delle bende. Nella terra della notte
Editions:Paperback: € 8,50
Pages: 144

La gattina Miu è scomparsa! L’unico indizio è un misterioso buco luminoso che si è aperto in uno dei luoghi più magici del museo. Quando la Banda delle Bende lo attraversa ha inizio un’avventura tra dèi, sfingi parlanti, uccelli dalla testa umana e fiumi impetuosi, fino a una minacciosa caverna… Non sarà certo una barzelletta (o forse sì?), sfuggire alla terra della notte!
Dai 9 anni.

Published:
Publisher: Franco Cosimo Panini
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