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La Storia illustrata, intervista a Celina Elmi. Seconda parte

“Nella mia testa cerco (…) di crearmi un profilo “a tuttotondo” del personaggio”
“Ogni volta che incontro un nuovo argomento mi sorge una grande curiosità”
“Mi piace (…) variare la palette di colori fra una “scena” e l’altra (…) in modo da creare una piccola “sorpresa” quando si volta pagina”

Celina Elmi ci racconta così il suo lavoro di illustratrice, di seguito trovate la conclusione dell’intervista, mentre qui potete trovare la prima parte.


Quando si racconta qualcosa ai bambini, soprattutto quando l’argomento è piuttosto astratto come la Storia o l’Archeologia, il grosso del lavoro sta nel trovare un linguaggio adeguato, che non significa semplificare o banalizzare le parole, ma individuare una chiave che raggiunga il loro immaginario, legato soprattutto alla loro quotidianità e alla loro sfera esperienziale.
Quali sono, nel disegno, le differenze tra le illustrazioni per adulti e quelle per bambini? Esistono, anche in questo caso, linguaggi specifici, in qualche modo codificati, che vanno oltre il gusto e lo stile personale dell’illustratore? Quali sono, se ci sono, gli elementi che privilegi nei tuoi lavori?

Su cosa sia “da grandi” e cosa sia “da bambini” in illustrazione si potrebbe discutere per giorni; non so darti una risposta ben definita e credo che il confine spesso sia molto labile, o forse non c’è proprio.
L’illustrazione, come ogni forma d’arte, cambia nei vari periodi, ci sono dei generi “dominanti” magari, ma coesistono sempre anche mille sfumature.

“Rainforest”

Si usa dire “il pubblico degli adulti”, il “pubblico dei bambini”, ma un’immagine parla con toni diversi ad ogni osservatore. Ci sono molti generi di libri illustrati: romanzi, albi poetici, libri con testo ma anche molte illustrazioni, libri sgargianti con i personaggi dei cartoni animati, libri-gioco, libri pop-up, libri tattili per i piccolissimi…

Molte pubblicazioni appaiono subito chiaramente destinate a bambini molto piccoli per le loro caratteristiche comuni: il formato, una certa gamma di colori, le caratteristiche dei personaggi, i temi trattati… ma mi piace pensare che l’illustrazione sia per tutti, e possa raccontare temi difficili anche ai bambini, o far soffermare anche i grandi su qualcosa di estremamente semplice (o viceversa raccontare qualcosa di difficile agli adulti), basta trovare la chiave giusta. A volte un albo illustrato è semplicemente “geniale”, perché sa far emozionare e “innamorare” vari tipi di pubblico, in modo diverso, per un insieme di fattori.

 

Piratessa
Frida

Non è detto quindi che i libri per bambini debbano per forza essere colorati e sgargianti, e quelli per adulti poco – o per niente – colorati. Nei miei lavori non ho un metodo fisso: ogni tema, ogni libro è un mondo a parte, però cerco sempre di trovare gli aspetti della storia che mi incuriosiscono e che potrebbero incuriosire i lettori, delle parole chiave su cui riflettere ed elaborare immagini, e soprattutto cerco di trovare il lato divertente, perché nel disegno, come in cucina, se si lavora serenamente il risultato è molto migliore.


Tra le tante attività che segui ci sono anche i laboratori con i bambini.
Parlaci un po’ di questa esperienza, che tipo di laboratorio svolgi con loro? Come si lega il tuo lavoro di illustratrice con questo tipo di attività?

I laboratori per bambini sono stati una bella scoperta. Il rapporto con il pubblico dei piccoli lettori è importante e vedere le loro reazioni di fronte ai disegni, la curiosità nei loro occhi, sentire le domande più inaspettate, mi riempie di soddisfazione e mi diverte.
Ricordo ancora la prima presentazione davanti a una ventina di bambini: ero terrorizzata! Con il tempo invece mi sono affezionata a queste attività, mi sono venuti in mente tanti progetti, li ho proposti e realizzati, anche con la Federighi Editori, che collabora con scuole, biblioteche ed eventi culturali.

Abbino sempre un laboratorio alle presentazioni dei nuovi libri che escono, perché penso che sia molto più divertente per i bambini “sperimentare” la materia del libro che stare solo a sentire. In genere inizio con una breve parte di presentazione, narrazione e dialogo sulla storia o sul tema, poi passo ad un momento di disegno dal vivo, in cui mostro come sono nati i personaggi, e racconto aneddoti e curiosità; segue un momento in cui i bambini possono esprimere la propria creatività disegnando.
Mi piace inventare i laboratori, proporre attività in cui lo scopo non è fare un bel disegno o svolgere bene un compito, ma trasmettere un messaggio attraverso il disegno, sperimentare, condividere, raccontare… e ovviamente divertirsi!

 

Se siete curiosi e per maggiori info potete dare un’occhiata
→ al blog di Celina
→ ai libri pubblicati da Federighi Editori
→ al blog del collettivo “Le Vanvere”

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