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La Storia illustrata, intervista a Celina Elmi. Prima parte

Celina Elmi è una giovane illustratrice, molto attiva e impegnata in una moltitudine di progetti che gravitano intorno al mondo del disegno e dell’illustrazione. Nel 2014 fonda insieme ad altre tre disegnatrici il collettivo “Le Vanvere” con il quale organizza eventi, mostre e concorsi con lo scopo di far conoscere e valorizzare questo mondo.
Da diversi anni illustra anche libri per bambini (di cui abbiamo parlato qui e qui) di argomento storico – archeologico e alcuni grandi classici della letteratura sempre rivolti ai piccoli lettori. Scopriamo meglio insieme il suo lavoro.


I personaggi che animano i libri sono coloro che accompagnano i lettori dentro la storia, sono un po’ i compagni di avventura, soprattutto per i più piccoli.
Come nascono i tuoi personaggi? Sono disegnati di getto o sono il frutto di prove e rimaneggiamenti? Ad esempio, come è nata Clara, l’archeologa protagonista di molti libri da te illustrati?

Ogni personaggio ha un percorso di creazione a sé; a volte “salta fuori” subito dalla matita, altre volte ha bisogno di studi e rimaneggiamenti. Inizialmente c’è un confronto con autrice ed editrice per buttare giù i punti fondamentali, poi in genere ho molta libertà nell’elaborazione del disegno. Il personaggio di Clara si colloca negli anni Trenta, perché il primo volume della collana (Gli Egizi per Gioco) è ambientato pochi anni dopo la scoperta della tomba di Tutankhamon.

Copertina del libro “Gli Egizi per gioco”

Una scelta del genere condiziona il personaggio anche nei successivi volumi della collana. La prima cosa che faccio per creare un personaggio è leggere bene il testo, notare se ci sono descrizioni fisiche, poi faccio una ricerca iconografica su foto, documenti e ritratti dell’epoca in questione. Poi inizio a fare schizzi, finché non salta fuori l’immagine che mi fa dire: “È lei!”.


Nella mia testa cerco di crearmi anche un profilo “a tuttotondo” del personaggio: a Clara piace disegnare (i suoi “appunti” e schizzi infatti costellano i libri della collana), ama i gatti, è una buona forchetta, a volte è un po’ goffa ma si butta comunque con entusiasmo nelle situazioni.

Gli appunti di Clara

Tutte queste sfumature saltano fuori nelle varie illustrazioni (grazie anche all’autrice, Valentina Orlando, che spesso accetta le mie proposte). È la prima volta che un nostro personaggio prosegue le sue avventure in diversi libri, e devo dire che sono molto affezionata a Clara!

Spesso nelle tue tavole devi mostrare oggetti, abiti e scenari del mondo antico, quest’ultimi a volte non del tutto chiari nemmeno agli archeologi…., come e dove raccogli le informazioni necessarie per il tuo lavoro? Utilizzi diversi tipi di fonti?

Come faccio? Rompo le scatole agli archeologi! Scherzi a parte, il momento della ricerca può essere molto lungo; nascono mille dubbi e non si trova mai quella precisa informazione al momento giusto (com’erano le maniche in quel periodo? Si usava la forchetta? Le patate si mangiavano? Con cosa giocavano i bambini?), oppure in rete si trova tutto e il contrario di tutto.

Clara all’agorà

Premetto che non ho mai illustrato libri propriamente di STORIA; i volumi a tema storico che ho illustrato richiedono, per linea editoriale, delle illustrazioni stilizzate e, attraverso le avventure della protagonista, parlano dei tratti generali di un popolo antico, per fornire una prima conoscenza dell’argomento ai lettori più piccoli. Nonostante questo, mi piace che ci siano dei richiami corretti al periodo in esame e mi diverto a nascondere nelle immagini degli oggetti visti fra i reperti archeologici, o a citare opere antiche (in sede di laboratorio a volte si crea una vera e propria “caccia al tesoro”).

Artigiani etruschi.

Quando ne ho la possibilità vado a fare sopralluoghi o domando a persone competenti in materia: per il libro sugli Etruschi sono stata a Tarquinia, ho visitato le tombe ed ho riempito di domande il personale del museo. A volte contatto gli archeologi, mi documento in rete (e il vostro sito è una grande fonte di risorse per i poveri illustratori in cerca, grazie!), consulto libri, guardo film (anche se in questo caso non sempre i costumi sono attendibili…). Ogni volta che incontro un nuovo argomento mi sorge una grande curiosità (che penso sia lo strumento fondamentale dell’illustratore), ma mi devo imporre dei limiti per le tempistiche del lavoro, che sono molto serrate.

Immagini, illustrazioni e disegni sono ormai indispensabili per una comunicazione efficace, non è un caso che i libri scolastici siano sempre più ricchi di immagini e elementi grafici, d’altra parte sono più immediati, più veloci da assimilare e spesso più potenti della parola scritta. Quali sono per te le caratteristiche che un’illustrazione deve avere per essere di impatto e per veicolare le giuste informazioni? Quali sono gli aspetti sui quali punti quando prepari una tavola che illustri la Storia?

L’immagine per me è stata sempre più facile da ricordare dei testi (al liceo per imparare la biologia e la chimica spesso facevo degli schemi illustrati).
L’illustrazione che funziona secondo me non deve limitarsi a rappresentare quello che c’è scritto nel testo, ma offrire un tipo di lettura diversa, incuriosire, suggerire. Il tema storico può essere sviluppato in diversi tipi di libri: romanzi a tema storico con illustrazioni, materiali informativi dei musei (e qui serve una grande accuratezza filologica e un’interazione con gli studiosi del settore), libri di storia per la scuola, libri illustrati non scolastici, libri da colorare ecc…
Il genere di libro che ho illustrato io non richiede un disegno iperrealistico e mi dà libertà di inventare composizioni divertenti.


Occupandomi anche dell’impaginazione posso spostare testo e disegni per dare un certo aspetto grafico (anche l’interazione fra testo e immagine cambia l’aspetto di un libro). Non posso dare delle “regole” fisse su come deve essere un’illustrazione a tema storico, posso dire cosa mi impegno a fare io. In questo genere d’illustrazione cerco di trasmettere quella curiosità che ho io nel riscoprire un argomento studiato tanti anni fa, di inserire qualche dettaglio divertente o insolito e di non creare immagini troppo statiche. Mi piace anche variare la palette di colori fra una “scena” e l’altra (creare un libro è, in un certo senso, un lavoro di “regia”), in modo da creare una piccola “sorpresa” quando si volta pagina…

Qui la seconda parte dell’intervista a Celina.

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