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Sullo scavo nel passato: intervista a Marco Fulvio Antioco

Passo incerto, volti contratti, tensione alle stelle.

Mentre accompagno due bambini della quinta elementare di Populonia Stazione ad intervistare il liberto Marco Fulvio Antioco penso che, fosse capitato a me, sarei stato molto emozionato anche io.

“Avete le domande già pronte?”

“Sì, sì, le abbiamo scritte sul quaderno!”

Però! Ostentano sicurezza questi bambini. Le parole scritte evidentemente li proteggono dall’emozione.

Le domande in effetti le avevano preparate poco prima, seduti al tavolo della baracca con l’aiuto della maestra Antonella e della nostra Elisabetta, sotto lo sguardo vigile del Nano.

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Dov’è che si svolge questa strana intervista? Ci troviamo a Vignale, vicino Piombino (LI), sullo scavo dell’Università di Siena che vede impegnati sia me che Elisabetta, Nina e Samanta. I bambini di questa classe conoscono il liberto Marco Fulvio Antioco dallo scorso anno, quando la sua storia gli venne raccontata durante un laboratorio in classe.

Oggi hanno la possibilità di conoscerlo di persona, così come reinterpretato da Alessandro, sullo scenario della villa che probabilmente gestiva per conto del suo ex padrone, Marco Fulvio. Noi lo conosciamo perché bollava le tegole e i mattoni che produceva nella sua fornace a Vignale.

“Quanto è grande la tua villa?”

“Chi lavora per te?”

“Dove vivevi da piccolo?”

“Come vestiva tua moglie?”

La fantasia dei bambini produce curiosità in quantità industriale, ma il buon Antioco ha i suoi affari da curare e, come una vera star, non può concedersi per tutta la mattina ai giornalisti. Per cui la classe si organizza e, due a due, i bambini si avvicinano e, con il tono di voce un po’ intimorito, declamano le loro domande quasi stessero celebrando un rito.

Ascoltatele nel video che ho registrato per l’occasione.

“Come erano vestiti gli schiavi?”

“Dove vivevano?”

“Quanto dormono?”

“Guarda che se li trattassi con più rispetto, loro lavorerebbero sicuramente meglio!”

Una volta presa confidenza, i bambini non si lasciano intimorire e sparano bordate sull’economia a base schiavistica romana che Antioco è in difficoltà a contenere. E’ il tema che sicuramente li interessa di più, un interesse sicuramente mosso dallo schiavo con cui Antioco si presenta, di nome Menofilo. Menofilo lo conosciamo grazie ad un’anfora su cui è graffito il suo nome, datata all’incirca alla stessa epoca dei bolli di Antioco.

Anche a Menofilo sono poste delle domande e le sue risposte muovono a compassione il giovane pubblico.

M: “Mi frusta molto spesso”

A: “Non è vero Menofilo, solo una volta a settimana”

M: “Mi spacco la schiena nella fornace!”

A: “Non è vero, ti aiutano in tanti…”

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Alla fine Antioco è costretto a ritirarsi, anche se si mantiene fedele alla sua linea.

Da dietro la telecamera, l’intervista mi sembra abbia funzionato davvero bene. Dinamica, stimolante e anche fuori dagli schemi, entrambe le parti in causa, archeologi e bambini, hanno dato il meglio di sé per interagire in modo scherzoso ma costruttivo. Un esperimento sicuramente da ripetere con altri personaggi di Vignale come protagonisti.

Anche i bambini che guido verso le successive attività sembrano soddisfatti; con il sorriso sulle labbra mi seguono serenamente e sembrano dirmi: “Sì, le nostre domande hanno colto nel segno! Noi ne sappiamo di più sui romani e sulla storia di questo antico signore che viveva nel nostro territorio; sicuramente avrà di che pensare dopo le nostre osservazioni sul suo modo di trattare gli schiavi!”

 

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