Guest post

Comunicare l’archeologia ed educare alla bellezza. “Raccontami Catania” tra immagini, tweet e post

Il guest post di questa settimana è a cura di Giusi Meli, Copywriter, Content Editor e Social Media Specialist. Leggiamo insieme il risultato della collaborazione tra l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del CNR, il Catania Living Lab e i ragazzi della Scuola Media Cavour di Catania. Buona lettura!


“Archeologia: disciplina che mira alla ricostruzione delle civiltà antiche attraverso lo scavo e lo studio delle testimonianze di cultura materiale, della documentazione monumentale, dei prodotti artistici e delle iscrizioni”

Questa è la definizione che è possibile leggere fra le righe dell’Enciclopedia Treccani e che si ritrova, con qualche sottile differenza, all’interno dei vocabolari e dizionari della lingua italiana. Un concetto storicamente noto e riconosciuto dalla gran parte della popolazione, del quale, però, oggi pochi conoscono il significato più profondo e le reali finalità.
Il progressivo distacco tra il mondo dell’antico e la società contemporanea, favorito dall’affermarsi della cosiddetta ’cultura dell’adesso‘ o ‘cultura della fretta’, ha, di fatto determinato la perdita di interesse nei confronti del passato e, della disciplina archeologica nella fattispecie, nonché il graduale dissolversi dei suoi caratteri distintivi, dei suoi obiettivi e, soprattutto, il mancato riconoscimento dell’utilità sociale dell’archeologia stessa.
Su tale presupposto si fonda una riflessione, portata avanti da qualche tempo da coloro che operano nel mondo della cultura, rivolta a comprendere  le esigenze della società contemporanea, in particolare delle nuove generazioni, ormai assolutamente estranee al grande
valore del mondo antico e legate a un’opinione fortemente stereotipata dell’archeologia.

 

Pertanto, si rende necessario perseguire la strada tracciata negli ultimi decenni da personalità di spicco dell’archeologia italiana, come Riccardo Francovich, e ancora oggi da Daniele Manacorda e Giuliano Volpe, alla scopo di rispolverare principi e finalità del fare archeologia, scardinando l’idea comune e l’immaginario tradizionale dell’archeologo “esploratore” e “avventuriero”, risultato della continua ostentazione di personaggi e miti della cultura cinematografica.
Per raggiungere tali obiettivi, risulta fondamentale trovare nuove forme e tecniche di apprendimento e riscoperta del passato, che favoriscano lo sviluppo di processi educativi sempre più in linea con le esigenze delle nuove generazioni, e volti ad una migliore percezione
del patrimonio culturale nazionale, puntando sull’utilizzo di terminologie e strategie comunicative maggiormente attrattive.

 

In linea con tale riflessione, l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr e il Catania Living Lab, in collaborazione con la Scuola Media Cavour di Catania, hanno ideato e promosso nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 un laboratorio extra-curriculare di Cultura e Tecnologia*, grazie al quale sono stati coinvolti circa quindici studenti di età compresa fra gli 11 ed i 14 anni, tutti impegnati in un percorso formativo dedicato all’originale connubio fra il mondo dell’archeologia e quello della comunicazione culturale.

Gli studenti coinvolti nelle attività di laboratorio hanno riscoperto innanzitutto la propria città camminando per le sue vie insieme ad una guida d’eccezione, l’archeologo-ricercatore: un maestro col quale è stato possibile guardare al presente da un punto di vista straordinario, viaggiando idealmente nel tempo e riscoprendo, strato dopo strato, il passato e l’antico fascino di una città vivace, dinamica e in continua trasformazione.

 

Come si è svolta esattamente l’attività di laboratorio?

 

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La prima parte del laboratorio è stata interamente dedicata all’esplorazione e alla riscoperta della città, passando dallo studio in aula alla visita in situ di alcuni luoghi simbolo di Catania. L’attività in aula è stata inoltre supportata dall’utilizzo di strumenti e metodologie di comunicazione di ultima generazione, sviluppate con tecnologia open source dagli esperti del Laboratorio di Archeologia Immersiva e Multimedia (LAIM) dell’IBAM CNR, quali ad esempio ricostruzioni virtuali e gallerie immersive: strumenti oggi in grado di rendere maggiormente coinvolgente l’esperienza di visita e conoscenza dei beni archeologici e monumentali.

La seconda parte del laboratorio si è incentrata sul tema della “comunicazione”, momento formativo grazie al quale è stato possibile far comprendere meglio agli studenti il complicato mondo del web 2.0 e dei social network (amici e nemici quotidiani degli adolescenti di oggi e sempre più temuti dai genitori), ormai riconosciuti come “luoghi” d’incontro e dialogo virtuale di primaria rilevanza, anche per la promozione e divulgazione dell’identità e dei valori di aziende ed enti impegnati nella valorizzazione del patrimonio culturale.

 

Tale studio ha portato gli studenti ad una conoscenza più precisa delle piattaforme social e alla “scelta ragionata” dei canali di comunicazione più adeguati allo sviluppo del proprio progetto di studio. Nella terza (e ultima) fase di laboratorio, tutte le “conoscenze acquisite” (dati e informazioni storico-archeologiche) sono state raccolte e organizzate dagli studenti suddivisi in gruppi di lavoro, passando dall’elaborazione di una bozza iniziale (lo scheletro sul quale modellare l’intero corpo di un racconto digitale) alla scrittura dei testi, fino alla selezione/produzione di immagini e video utili alla presentazione di itinerari di visita, caratterizzati dall’utilizzo di linguaggi semplici, accattivanti e facilmente condivisibili.

L’attività svolta ha portato alla redazione finale di tre storytelling digitali, tre storie originali delle quali “protagonista assoluta” è stata la BELLEZZA archeologica e monumentale della città di Catania.

 

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I racconti realizzati sono stati redatti avvalendosi delle potenzialità offerte dalla piattaforma Storify uno strumento disponibile online gratuitamente e di facile utilizzo, che offre agli utenti registrati l’opportunità di individuare nel mare magnum del web tutte le risorse disponibili (tramite l’utilizzo di specifiche queries di ricerca) e di aggregare in uno spazio di navigazione unico qualsiasi dato digitale ritenuto idoneo ai fini del proprio progetto.

 

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Le immagini individuate online, le foto scattate, i video prodotti, i post sui social network (divulgati in corso d’opera) e in generale tutti i dati relativi ai beni oggetto di studio, sono stati selezionati e organizzati tracciando in maniera “non convenzionale” un breve percorso di sintesi dell’intera attività didattica svolta, che ha visto gli studenti coinvolti nel ruolo di creatori, narratori e co-protagonisti delle storie raccontate, vestendo i panni di personaggi storici e uomini illustri che hanno fatto la storia di Catania (guarda la video-intervista).

I prodotti multimediali creati nell’ambito dell’attività di laboratorio sono stati opportunamente posizionati all’interno delle pagine web e degli account social dell’IBAM CNR e del Catania Living Lab; le risorse individuate online (depositate nel corso del tempo nel web da utenti terzi) sono state invece sottoposte a specifici criteri di selezione, quali ad esempio la rilevanza della fonte, la precisione storica e la qualità scientifica delle informazioni.

Dalle attività di studio, esplorazione e conoscenza degli strumenti di comunicazione ha preso forma uno storyboard narrativo, che ha portato alla definizione delle prime linee operative utili alla creazione di tre itinerari storico-culturali dall’aspetto particolarmente intrigante:

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Tutti i contenuti prodotti ad hoc dai ragazzi sono stati inseriti all’interno della piattaforma Storify, rimanendo al contempo fruibili anche tramite l’accesso diretto agli account social in cui risiedono (Facebook, Flickr, Twitter e Youtube); inoltre, ogni prodotto multimediale, nella sua collocazione originale, risulta essere così un tassello di primaria rilevanza per il lettore, al quale viene offerta all’interno di ogni racconto  una visione d’insieme di tutti i singoli elementi, che lo compongono e completano. Tale esperienza di navigazione è quindi caratterizzata, come in un
mosaico, da tutti i contenuti ad essa collegata, frammenti preziosi di un’opera più grande, che nella rete trova molteplici nodi d’incontro e innumerevoli spazi di lettura. Ogni elemento di
approfondimento, così inteso, fa della narrazione finale un racconto organico maggiormente coinvolgente e partecipativo.

 

Il mondo della ricerca attraverso gli occhi di un team d’eccezione

 

Il gruppo di studenti della Cavour si è quindi trasformato, nel corso dell’intero anno scolastico, in un team costituito da piccoli ricercatori e archeologi a cui si uniscono le competenze proprie del moderno comunicatore le migliori competenze del comunicatore moderno, capace, in breve tempo e con notevole ingegno creativo, di rielaborare le idee maturate e le conoscenze acquisite in un racconto fatto di immagini, tweet e post… semplice ma non banale rappresentazione digitale di alcune delle pagine più  belle e affascinanti della storia di Catania. (Guarda la gallery del laboratorio)

 

*Il laboratorio è stato ideato e curato da Loriana Arena (collaboratrice interna), Silvia Iachello (Ufficio Comunicazione IBAM CNR), Giusi Meli (Ufficio Comunicazione IBAM CNR), Claudia Pantellaro (Archeologo Classico IBAM CNR).

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