Guest post

“Grazie per la passione che trasmetti quando lavori con i bambini!”

Oggi nella rubrica dedicata ai guestpost, ospitiamo la testimonianza di Rosaria Martellotta, archeologa impegnata sul campo con i bambini e promotrice di numerose iniziative didattiche. Mamma di due bambini, Rosaria, con altre due mamme, Erika e Valentina, ha fondato l’associazione “La bottega dei colori”, che si occupa di maternità ed infanzia a 360°.


A luglio 2015 saranno trascorsi ben dieci anni dal giorno della mia laurea in Archeologia Classica, quella laurea che non puoi conseguire senza “passione”, che tutti ti dicevano non avresti mai potuto sfruttare, per la quale avevi lavorato tanto e poi “non serviva a nulla”.

 

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Dopo dieci anni, di cui sei trascorsi a svolgere lavori “di comodo” e “di necessità”, posso dire che, tutti coloro che guardavano al mio percorso di studi con diffidenza, talvolta, addirittura, con disprezzo, si sbagliavano alla grande! L’archeologia non è una sola disciplina, ma, tocca vari ambiti, varie discipline, e, per questo, ti permette di spenderti in vari settori, a patto che tu abbia la volontà di metterti in gioco e di abbandonare la visione “tradizionale” della professione dell’archeologo. Cosa è cambiato negli ultimi 4 anni? Tantissime cose, in poche parole, è cambiata la mia vita: è nato il mio primo figlio, e, con lui, il desiderio di un lavoro più flessibile, e si è fatto avanti prepotentemente il desiderio di utilizzare la mia laurea, di non farla restare “appesa al chiodo”.

Ho iniziato così ad organizzare corsi di didattica archeologica rivolti ai bambini della scuola primaria.

Tutto è cominciato da una piccola collaborazione con un’associazione culturale del paese nel quale vivo, poi, pian piano, le collaborazioni sono aumentate, ed, ad oggi, posso ritenermi davvero soddisfatta. Qualche mese fa, con due amiche, abbiamo anche fondato un’associazione culturale. Il prossimo anno scolastico potrebbe esserci la possibilità di iniziare a lavorare in altre scuole primarie ed anche, esperienza per me nuova, nelle scuole dell’infanzia. Ho iniziato a collaborare con alcune librerie per l’infanzia, saziando anche un’altra mia passione, quella per l’editoria dell’infanzia. Spesso, infatti, i miei laboratori seguono la lettura di un bel libro, ad esempio, sulla mitologia.

Questo lavoro mi appassiona fortemente perché, oltre ad occuparmi di archeologia, ho modo di scoprire qualcosa di nuovo in un ambito sempre diverso, incontrare persone interessanti, studiare con impegno prima di ogni incontro e sentirmi felice per aver condiviso con dei
piccoli curiosi la mia passione.

 

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I miei laboratori riguardano vari ambiti, dalla simulazione di scavo, alla realizzazione di vasi con l’argilla, i giochi del mondo antico, la cucina, i disegni della preistoria e tanto altro.

Tra i laboratori che propongo, la simulazione di scavo è sicuramente quella che riscuote maggiore successo. Vedere gli occhi stupiti e meravigliati dei bambini, intenti a disseppellire reperti, quando vedono spuntare dal terreno un osso, un coccio, una moneta, è una ricompensa per me inestimabile. Molti mi chiedono “Ma tu, maestra, sei un archeologo vero?”, e, prima che io esca dalla classe, mi regalano un foglietto di carta stropicciato con un cuore disegnato. Se all’ora dell’intervallo io non mangio, vengono a portarmi un pezzo della loro merenda, perché non vogliono che resti digiuna.

 

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Io amo dire ai miei bambini che “essere archeologi”, non significa semplicemente esserlo di professione, ma, significa possedere un diverso modo di osservare la realtà, essere arguti osservatori e insaziabili curiosi, e, per questo, anche loro possono “essere archeologi” nella loro quotidianità.

Qual è il complimento più bello che mi è stato fatto? Circa due mesi fa, una maestra di una quinta mi ha detto “Grazie di tutto, i bambini sono entusiasti quando sanno che tu vieni, grazie soprattutto perché dai tuoi occhi traspare la passione e l’amore per la tua materia!”. Cosa desiderare di più?

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