Quattro chiacchiere con ...

Quattro chiacchiere con Alfonsina Russo

L’intervista di oggi l’abbiamo posta ad Alfonsina Russo, colei che dirige uno dei parchi archeologici più belli non solo d’Italia, ma del mondo intero: il Parco Archeologico del Colosseo. L’istituzione del Parco, come leggerete nel post, è recente. Ma già in questi primi mesi di attività un enorme impegno è stato profuso, da parte del Direttore e di tutto lo staff del Parco, a favore delle fasce più deboli: i bambini e i disabili. D’altronde, nell’immaginario archeologico diffuso, il Colosseo è il monumento che più di altri suscita lo stupore dei più piccoli e stimola il desiderio di viaggiare, sia pure con la fantasia, nel tempo per rivivere le emozioni che saturavano l’aria all’interno dell’anfiteatro.

Nei prossimi giorni, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, il Parco si trasformerà in un grande laboratorio di attività didattiche e sperimentali, con laboratori, ricostruzioni, cacce al tesoro. Quale occasione migliore per visitarlo e riempirsi gli occhi di meraviglia!

Intanto grazie ad Alfonsina Russo e a tutto il suo straordinario staff (in particolare a Federica Rinaldi) per la disponibilità a raccontarsi sul nostro blog e buon lavoro! Ad maiora!


Perché è importante incrementare la visita ai musei per i bambini e le famiglie?

È importante per due motivi: il primo perché una certa sensibilità e cura verso il nostro passato va coltivata sin da quando si è piccoli e nessuno meglio dei genitori è in grado di trasmettere ai propri figli questi valori; ma forse è quasi più importante per l’aiuto concreto che i bambini possono dare a noi operatori dei Beni Culturali. Sono convinta che la curiosità dei bambini, la loro sete di conoscenza li porta a porci delle domande che a volte non solo ci spiazzano ma addirittura ci aiutano a modificare l’idea di comunicazione che ci eravamo dati. Sì, i bambini ci aiutano nella comunicazione e nella divulgazione del racconto del nostro patrimonio culturale.

Gli studenti alla scoperta del Colosseo (@ParcoColosseo).
Quali attività o progetti didattici propone il Parco del Colosseo per queste utenze?

Il Parco del Colosseo è un’istituzione recente e si sta dotando di tutti quei servizi necessari per l’attività didattica. Infatti, nel suo primo anno di vita, il Parco ha lavorato intensamente con le scuole attraverso progetti di ampio respiro: nel 2017-2018 abbiamo coinvolto molti istituti scolastici del territorio sul tema del Foro Romano che i ragazzi hanno raccontato con video, documentari o addirittura rappresentazioni teatrali inscenate lungo la Via Sacra.

Quest’anno il progetto è ancora più ambizioso e nel numero di ‘Archeo’ di giugno lo abbiamo raccontato: abbiamo coinvolto tre scuole, un liceo classico, un liceo scientifico e un liceo artistico e le abbiamo fatte lavorare assieme nella costruzione di un fumetto, non un fumetto qualsiasi bensì la storia del Colosseo. A ciascuna scuola è stata assegnata una porzione della storia del Colosseo, quella di età romana, quella compresa tra il Medioevo e l’età moderna ed infine quella contemporanea. In autunno presenteremo questo lavoro e avremo il racconto illustrato della storia millenaria del monumento simbolo della romanità.

Ci adoperiamo poi molto anche per le famiglie con bambini, e proprio nel week end del 14-16 giugno in occasione delle Giornate Europee di Archeologia abbiamo progettato un programma di eventi espressamente rivolto a queste utenze per far loro “toccare con mano” la Storia del Parco: ci saranno laboratori sull’affresco e la ceramica romana, sarà possibile vedere dal vivo come coniavano le monete nell’antichità, sarà possibile assistere alla dimostrazione storica di una legione romana, ma ancora con cacce al tesoro e visite guidate in luoghi non aperti cercheremo di guidare il nostro pubblico alla scoperta del passato.

La caccia al tesoro per la F@MU2018 (@ParcoColosseo).
Quali sono i progetti futuri?

Proprio in considerazione della sua storia recente, il Parco ha in programma di realizzare entro il 2020 uno spazio dedicato per l’accoglienza delle famiglie con bambini, attrezzato come aula didattica sia per le attività scolastiche sia per i centri estivi. Lo abbiamo individuato sul Palatino, nel cuore del Parco, e sarà dotato di tutti i servizi sia per i più piccoli (fasciatoi, spazio allattamento, scalda biberon), sia per i più grandi con giochi studiati e pensati per far conoscere divertendosi la realtà del Parco.

Quale è il monumento o l’opera che più di altri attira l’attenzione dei più piccoli all’interno del Parco?

Senza dubbio il Colosseo, per la sua maestosità, per il fascino della sua storia, per i racconti sulle bestie portate sull’arena tramite i montacarichi. Ma anche su questo stiamo lavorando per consentire ai più piccoli di percepire il monumento, capire come esattamente era fatto, fornire un linguaggio del racconto più alla loro portata.

Il Museo accessibile (@Parco Colosseo).
Il Parco Archeologico del Colosseo è particolarmente attento ai temi dell’accessibilità per tutti i tipi di pubblici. Quali sono i risultati raggiunti e quelli da conseguire in un futuro immediato?

Fin dall’inizio abbiamo rivolto un’attenzione particolare a questi temi: alla fine dell’anno scorso infatti abbiamo inaugurato il percorso tattile con 11 pannelli distribuiti in tutto il Parco e all’interno del Museo Palatino, pensati per raccontare i luoghi del Foro, del Palatino e del Colosseo con piante, ricostruzioni 3D e testi brevi nelle lingue italiano e inglese e nell’alfabeto braille. Questi pannelli entro la fine di quest’anno saranno implementati da un dispositivo QRCode che si collegherà ad una APP dedicata con contenuti testuali, video e audio per approfondire gli argomenti e raggiungere anche i non udenti.

Ancora qualche mese fa abbiamo formalizzato l’accordo con il Museo Statale Omero di Ancona per un corso di 100 ore, che ormai sta volgendo al termine, per la formazione degli operatori nell’accoglienza dei pubblici ipo- e non vedenti; il corso è stato aperto oltre che ai dipendenti del Parco, anche agli altri Musei e Istituti del Lazio.

Vista l’estensione del Parco e in un certo senso anche la sua morfologia che a volte condiziona i percorsi rendendoli non sempre agevoli, abbiamo acquistato una Golf car appositamente pensata per le persone con ridotta o nulla capacità motoria, per superare le barriere architettoniche “naturali”. E in tema di barriere non posso non ricordare che tutta l’area del Foro è interessata da un percorso dedicato e facilitato proprio per le categorie più disagiate in tema di deambulazione, ma anche per le famiglie con carrozzine.

L’acquedotto umano dei nostri amici dell’Associazione ParkinZone (@ParcoColosseo).

Ma per noi l’accessibilità è accoglienza: quest’anno abbiamo lavorato in sinergia con il Municipio I di Roma per l’ospitalità a gruppi di persone con particolari disabilità (e penso all’esperienza del progetto TUTTI TAXI PER AMORE o alla recente di Anafi Associazione proprio dello scorso 8 giugno), tra le quali ritengo importante per questi temi l’accordo che ho sottoscritto con l’Associazione Park in Zone per l’accoglienza dei malati di Parkinson che una volta al mese raggiungono il nostro Parco e svolgono le cure riabilitative immersi nella bellezza dei luoghi.

Il Direttore del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo (@ParcoColosseo).
Ci può raccontare un aneddoto o una breve storia della sua infanzia relativo al suo rapporto con i musei e l’archeologia?

Da piccola, quando i miei genitori mi portavano nei musei, ero attratta dai giochi dei bambini dell’antichità: il tintinnabulum, ovvero sonaglio in terracotta, le bambole snodabili, le pedine di vetro colorato mi riportavano alle atmosfere della vita quotidiana di oltre 2000 anni fa. Mi facevano pensare che i bambini di tutti i tempi sono animati dagli stessi sentimenti, gioie ed emozioni. La visita, in particolare, del Museo Archeologico di Taranto, mi ha fatto appassionare alla civiltà greca e romana e, in generale, all’archeologia classica che ho scelto di studiare e che ora è la mia vita.

Comments (1)

  1. sono lolita vinnikova e ho 23 quasi 24 anni mi è sempre piaciuto la storia e l’archeologia e ho scoperto che mi sarebbe piaciuto studiare per diventare un archeologa e lavorare per un museo . Questa estate ho intenzione di fare una ricerca archeologica a modo mio per aiutare una squadra di ricerca a monate in provincia di Varese a ritrovare i resti del villaggio pallafitico verrà avvisato lezedunum e forse anche i carabinieri nel caso troverò qualcosa sia che sia di valore che non.

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