Guest post

Martino e i tre Goti

Per la rubrica guestpost oggi vi proponiamo un racconto di fantasia, con protagonista il piccolo Martino.

Massimo Sollazzini, autore del post, non è un archeologo ma un comunicatore e soprattutto un papà che ama visitare siti archeologici con il proprio figlioletto di nove anni. Solitamente scrive di tutt’altre cose, ma qualche anno fa ha aperto un blog su cui riporta storie di miniere e “parole in cerca di superficie”. Qui nel 2015 ha raccontato la campagna di scavo a Santa Cristina in Caio (Buonconvento – Siena).


C’era una volta Oderic, un signore giovane e forte arrivato in Italia dal Nord. A vederlo oggi lo chiameresti vichingo, ma la mamma mi ha detto che al suo tempo quelli come lui si chiamavano Goti. Il suo tempo era un po’ dopo Gesù, cioè più o meno 500 o 600 anni dopo. Prima di arrivare in Italia forse era stato nel mare della Grecia e della Turchia, e magari aveva fatto addirittura il pirata! Poi, non si sa bene come, era arrivato nel centro dell’Italia e di preciso in quella che oggi si chiama Toscana.

Mamma dice che in Toscana Oderic aveva trovato il suo paradiso, più o meno. Aveva messo su casa in un posto che oggi si chiama Santa Cristina in Caio, anche se oggi, se vai lì, non si vede più niente. Era un posto dove prima che lui arrivasse avevano costruito delle terme, che sono quei posti dove uno va a fare il bagno e gli fuma tutto intorno ed è tanto caldo (la mamma ogni tanto ci va con il babbo e quando tornano sono tutti contenti: chissà quando ci portano anche me).

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Allora Oderic stava lì, si faceva i muscoli spostando le pietre di una cava e più o meno se la spassava. Anzi, senza meno: perché la mamma dice che Oderic era conosciuto da tutti per le risate sganassone che faceva. Gli bastava poco per ridere e per far ridere quelli che erano accanto a lui, soprattutto se beveva della roba che non ho capito bene cos’è. A un certo punto aveva fatto tanto amicizia con due altri goti, che forse – dice la mamma – si chiamavano Willienant ed Eusebius. Erano come Aldo Giovanni e Giacomo che ogni tanto io vedo al cinema e in tv, nel senso che quando ci si mettevano facevano delle gran burle e ridevano tantissimo. Si dice che un giorno erano a mangiare nella taverna del posto e dopo che Oderic fece una battuta delle sue, Eusebius che gli era accanto non sapeva come fare a smettere di ridere. Allora Eusiebius si allargò con le braccia colpendo il busto di Oderic e di Willienant e la botta fu tanto forte che le sedie di tutti e tre si rovesciarono all’indietro. Così i tre amici si ritrovarono a ridere a gambe all’aria e continuarono a ridere fino a dopo che la taverna chiuse. La mattina dopo l’oste, che andò ad aprire, li trovò ancora nella stessa posizione a gambe all’aria che ridevano a crepapelle!

Poi in questo posto che si chiama Santa Cristina in Caio le cose cambiarono un po’. I Goti iniziarono a fare la guerra con altri che si chiamavano Bizantini e poi ci fu un re famoso, chiamato Alboino, che invase l’Italia con il suo esercito di Longobardi (e infatti oggi Milano è nella “Longobardia”, mi pare). Le cave come quelle dove lavorava Oderic dovettero chiudere e un brutto giorno Wilienant e Eusebius furono feriti a morte in un combattimento: il loro amico sembra che si rattristò talmente tanto che morì anche lui.

Allora li misero tutti e tre nella necropoli, che sarebbe il cimitero. Ma siccome erano diventati famosi per la notte che risero all’indietro, anziché metterli sdraiati nella tomba lì lasciarono con le gambe per aria. È per questo che l’anno scorso degli archeologi, che ne hanno ritrovati i corpi, li hanno potuti riconoscere. Anche perché pare che finora non avessero mai trovato nelle tombe morti con le gambe all’insù!

La mamma dice che la storia dovrebbe essere questa ma non è sicuro e che se trovano altri soldi la prossima estate gli archeologi scavano di nuovo a Santa Cristina per essere più sicuri. Io spero che trovino i soldi perché Oderic mi sta simpatico e un giorno vorrei ridere e fare il pirata come lui.

O almeno vorrei andare anch’io alle terme.

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